La
fase dello “svezzamento” dal pannolino è un momento molto importante per l’evoluzione
del bambino.
Per quanto concerne la maturazione neurofisiologica il controllo degli
sfinteri viene acquisito progressivamente e, solitamente, il controllo dello
sfintere anale precede quello dello sfintere vescicale. Il controllo
sfinterico completo si ha tra i
tre e i quattro anni, ma non esiste un’età precisa in cui il bambino
è pronto a fare meno del pannolino in quanto ogni bambino è diverso dall’altro e bisogna evitare di
forzare i tempi poiché obbligarlo potrebbe allungare il
percorso.
Dunque occorre rispettare i suoi tempi. Solitamente tra i due e i tre anni
si procede con i primi tentativi e le femminucce per motivi fisiologici sono un
pò più precoci. Sicuramente la primavera e l’estate sono i periodi migliori,
perché se si bagnano, non prendono troppo freddo, inoltre con il caldo il
pannolino crea fastidio.
Durante la fase
dello “svezzamento” dal pannolino gioca un ruolo importantissimo sul
piano affettivo l’atteggiamento della famiglia. La relazione madre-bambino è estremamente coinvolta. Per il
bambino le feci sono un
materiale “prezioso”, speciale, dotato di un importante significato affettivo. Il bambino considera i
suoi escrementi un proprio prodotto, la sua “opera d’arte”, ed è felice di
mostrarli e donarli alla mamma e al papà. Pertanto un atteggiamento positivo da parte dei genitori,
in particolare della madre, in merito alla loro espulsione
faciliterà il bambino ad abbandonare la sicurezza del pannolino.
Ma come si fa a
capire quando è il momento giusto?
Ci sono alcuni segni indicativi della
raggiunta maturazione psicologica che possono essere colti, come ad esempio osservare
e imitare il comportamento degli adulti o del fratello più grande, mostrare
desiderio di indipendenza, camminare e sedersi da solo, capacità di alzare e
abbassare i pantaloni da solo, ecc.
1) non bisogna
avere fretta: aspettare il momento giusto è un fattore importante per il successo.
2)
Potrebbe essere invogliante per il bambino scegliere il vasino insieme alla
mamma. In commercio se ne trovano diversi, di tutti i colori e
modelli. Sono molto confortevoli anche i riduttori, ovvero quelle
tavolette morbide che si mettono direttamente sul water per ridurne la
grandezza, che danno al bambino la sensazione di fare una cosa da grandi. Molto
invitanti per il piccolo sono anche le mutandine con i suoi personaggi dei
cartoni preferiti.
3)
fargli scegliere il posto che preferisce (non necessariamente il bagno, ma con
buonsenso), i giochi che vuole avere con se, e se desidera o meno avere la sua
mamma vicino.
4) Creare una quotidianità: ad esempio,
accompagnarlo al vasino dopo i pasti (o ad intervalli regolari, per chi proprio
non ce la fa a resistere qualche ora) e farlo sedere senza pannolino.
5)Mettere
in conto una serie di “incidenti” di percorso, che non dovranno essere troppo
rimarcati (ma nemmeno ignorati: semplicemente, dovranno essere accompagnati da
una spiegazione serena, tipo “non fa nulla, la prossima che ti scappa dillo
alla mamma e andiamo di corsa in bagno”).
6)
Avere tanta pazienza, mai mettergli fretta, ma soprattutto fare tante coccole
ed applausi quando il bambino riesce
a controllare gli sfinteri. Non rimproverarlo mai nei casi di fallimento e, non
fate mai paragoni con i bimbi degli altri.
Dott.ssa Rita Manzo
Dott.ssa Rita Manzo
Nessun commento:
Posta un commento