Le bugie rappresentano per il
bambino una fase evolutiva assolutamente normale, inevitabile e persino
necessaria, destinata, in genere, a
risolversi con il procedere dello sviluppo. Tutti i bambini e gli
adolescenti prima o poi dicono qualche
bugia. Ponendo attenzione
al contenuto delle bugie dei vostri figli potete capire molte cose del loro
universo e del loro rapporto con voi. Proprio come avviene per i sogni, le
bugie sono infatti lo specchio fedele dei loro bisogni, dei loro desideri e
delle loro paure. Attraverso la
bugia i bambini costruiscono un proprio spazio segreto, un mondo a metà strada
tra la realtà e la fantasia, un mondo che può essere riservato a riporre
sentimenti o emozioni che hanno paura di mostrarvi o di cui sono gelosi o si
vergognano. Per questo la mamme ed i papà non devono preoccuparsi o peggio
sentirsi traditi e imbrogliati dalle piccole innocenti bugie.
Il bambino scopre la bugia
verso i 3-4 anni,quando capisce che è possibile non dire
tutto, dire cose false e inventare cose inesistenti. La bugia può svolgere una
funzione importante nel suo sviluppo cognitivo: il bambino capisce cioè, attraverso di essa,
che il suo pensiero interiore è solamente suo e che gli altri, soprattutto i
genitori, non possono indovinare i suoi pensieri. Capita spesso
di ascoltare bambini piccoli dire: “non sono
stato io!”, in questo caso essi desiderano così tanto non essere stati
loro a combinare un guaio, che sono convinti che basti negare la realtà per
sopprimerla e allo stesso tempo desiderano non dare un dispiacere ai loro cari.
Man mano che i bambini crescono si rendono conto che negando la realtà essa non
si cancella.
Successivamente, intorno ai 9-10 anni, i bambini imparano anche la tecnica della dissimulazione, l'arte cioè di non dire una bugia
tacendo una parte della verità (es. dice alla mamma di aver preso un ottimo
voto in italiano omettendo di aggiungere però che la maestra gli ha messo una
nota per aver fatto casino durante l’ora di ed. fisica). La dissimulazione è un
comportamento che riduce il senso di colpa dal punto di vista di chi mente (in
quanto egli ritiene di non aver propriamente mentito) e soprattutto offre delle
comode scuse:”non lo sapevo te lo giuro”, “me ne sono proprio dimenticato!”,
“ti giuro che te l’avrei detto”.
Infine, durante l'adolescenza,
la bugia rappresenta un modo per affermare la propria identità e continuare a
tracciare il percorso evolutivo verso l'autonomia.
Non tutte le bugie hanno lo stesso peso e non sempre si
tratta di vere bugie.
Esistono diversi tipi di bugie :
1) Le bugie di discolpa “non sono stato io!” : solitamente tendono a scomparire con
la crescita del bambino, ma se dovessero persistere dopo i sette anni vuol dire
che il bambino ha paura delle punizioni, del giudizio severo dei genitori e
della loro disapprovazione, e utilizza la bugia per difendersi dal loro
atteggiamento intransigente. C'è molta
insicurezza che rende più difficile assumersi la responsabilità delle proprie
azioni, quindi meglio mentire piuttosto che deludere i propri genitori. Il
bambino deve imparare che può capitare a chiunque di sbagliare e che non c'è
alcun motivo di vergognarsi o di sentirsi in colpa.
2) La calunnia “non sono stato io ma è stato lui!”: E’ più grave della precedente in quanto il
bambino nel tentativo di salvare se stesso cerca di “distruggere” l'altro. Si
tratta di un comportamento antisociale, ma va trattato con clemenza se si vuole
ottenere un cambiamento, ad esempio insegnando al bambino che esistono altri modi per affrontare i problemi e che è
possibile perseguire la strada della lealtà ed avere il coraggio delle proprie
azioni.
3) Le vanterie: servono a “farsi belli” di fronte agli altri e consentono di
dare sfogo ai propri desideri di grandezza e in genere si estendono anche alla
famiglia. Più che di vere bugie si tratta di tentativi di modificare la realtà
ricorrendo alla magia del pensiero e dell'immaginazione. Il bambino decide di trasformare i suoi desideri in un racconto. Le vanterie infantili hanno il fine
di contrastare il senso di inferiorità del bambino e lui ricorre ad uno
strumento potente: il senso di onnipotenza. Se inventa qualcosa tanto vale
farlo alla grande. Spesso tra bambini comincia una gara di bugie, si tratta di
un gioco dove ci si sfida a “spararle più grosse”. Non è il caso di
preoccuparsi poiché la vanteria in questi casi è un gioco. Se invece le vanterie sono
sistematiche e servono a deformare la realtà (ad esempio si raccontano frottole
per adeguare la propria situazione familiare a quella degli altri) bisogna
capire se il bambino è oppresso da un senso di
inferiorità sociale molto
forte. Ciò accade quando i genitori inseriscono i propri figli in ambienti
troppo snob al di sopra dei propri mezzi e ciò fa soffrire inutilmente i propri
figli che si devono confrontare quotidianamente con chi ha di più e di certo
non si sentono a proprio agio con gli altri ed aumenta il loro senso di
inferiorità.
4) Bugie consolatorie:
ci sono bambini che inventano storie per
consolarsi, trovare delle sicurezze e risolvere situazioni difficili con un
lieto fine. Si tratta di bambini che mentono perché si sentono poco amati e
apprezzati e soprattutto infelici e, di conseguenza, cercano di abbellire la
realtà che appare troppo opprimente. Anche in questo caso non si tratta di vere
e proprie bugie ma di desideri che il bambino cerca di esaudire almeno nella
fantasia e che i genitori possono interpretare al fine di capire le sue paure,
le sue sofferenze e i suoi desideri. Un bambino
che, ad esempio, racconta di avere molti amici quando nella realtà ha solo
qualche conoscenza superficiale, rivela la propria solitudine e chiede di
essere rassicurato sulle proprie qualità e di essere aiutato ad instaurare
nuove e più vere amicizie.
QUANDO È IL CASO DI PREOCCUPARSI?
Come ho scritto all’inizio dell’articolo le bugie rappresentano per il bambino una fase
evolutiva normale che in genere si risolve con l’avanzare dello sviluppo.
Le bugie nei bambini devono preoccupare i genitori solo quando diventano così
frequenti da indurre il bambino a costruirsi un “mondo finto” fatto di illusioni, di sogni e di
desideri poco legati alla realtà che sta vivendo (una realtà evidentemente che
non piace e che fa soffrire). In questo caso per il bambino la falsità diventa
uno stile di relazione che deve allertare, perché dietro di essa possono
nascondersi problemi più seri. Se questo
atteggiamento è davvero insistente probabilmente il bambino sta vivendo un
forte disagio che cerca di compensare modificando a suo modo la realtà. Ad
esempio quando il bambino con i compagni di classe millanta grandi successi
sportivi, avventure mozzafiato o ricchezza regale, è possibile che abbia un
deficit di autostima e che stia cercando di apparire migliore e di farsi
accettare dal gruppo per quello che non è.
CONSIGLI PER INSEGNARLI
AD EVITARE LE BUGIE
È importante adottare con i bambini un atteggiamento che non
faccia pesare su di loro un eccesso di aspettative. Non chiediamo loro
"missioni impossibili" come quella di aderire al modello di
perfezione che noi abbiamo in mente per loro. Più li vogliamo puliti, ordinati,
diligenti, bravi, più li invitiamo a mentire per dar vita a un'altra realtà,
quella in cui loro riescono a soddisfare tutte le aspettative dei
genitori. È importante comunque sottolineare
loro l’importanza di dire la verità, aiutarli ad essere onesti.
Ecco qualche
consiglio per insegnarli a evitare le bugie:
- Trasmetti al bambino il concetto
di fiducia. Chi dice la verità merita fiducia. E con una persona di cui ci
si fida si vuole passare più tempo. Chi invece mente non merita fiducia e
allontana gli amici.
- Insegnagli la differenza
tra realtà e fantasia. Quando parli di racconti inventati
digli, per esempio: “questa è proprio una bella storia”. Così da segnalare bene
quando si parla invenzione e quando di realtà.
- Le bugie a volte nascondono un desiderio. Se c'è un problema cerca di capire
perché ha mentito. Se le bugie nascondono
un problema, proponi una soluzione alternativa. Per esempio, se dice che
la mamma/il papà gli telefona sempre e sai che non è così, potresti dire “mi
sembra di capire che tu vorresti che la mamma/ il papà ti chiamasse più
spesso”. Spiegagli perchè il suo desiderio non si esaudisce.
- Non
etichettare mai
un bambino come “bugiardo”, rischi
di farlo sentire tale e, nel tempo, di farlo diventare così come il tuo
giudizio l'ha etichettato. Le etichette tendono
a incoraggiare un comportamento che si vorrebbe evitare.
- Nel momento in cui tuo figlio ammette con sincerità i suoi
errori non bisogna punirlo; così facendo il bambino (o l'adolescente) apprenderebbe
che è da stupidi dire la verità e che invece è da furbi mentire.
- Conquista la sua fiducia
non punendolo alla prima occasione, ma incoraggiandolo a raccontarti le sue marachelle
invece delle bugie. Se coglierà la tua disponibilità al dialogo sarà più
tranquillo e la bugia sarà riservata solo a piccole occasioni.
- Evita di punirlo per una piccola bugia, rischieresti di
innescare la spirale delle bugie per
evitare nuove punizioni.
- Quando le bugie sono frequenti, se da una parte è comunque
consigliabile non esagerare con la repressione o con l'arrabbiatura, d'altra
parte è necessario andare alla radice della faccenda. «Perché non hai detto la
verità? Lo sai che bisogna essere sinceri perché insieme possiamo trovare una
soluzione. Vediamo cosa si poteva fare di diverso anziché mentire»; questa
potrebbe essere una buona via d'uscita.
- Dai sempre il buon esempio! bisognerebbe
cercare di non mentire mai ai figli anche quando loro pongono domande difficili
o imbarazzanti. Se il genitore gli mente si sente autorizzato a farlo anche
lui. La sincerità, così come la menzogna, i bambini la imparano dall'esempio
dei genitori!
Dott.ssa Rita Manzo
Dott.ssa Rita Manzo
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